Il brano che per anotonomasia e che più di altri si presta a celebrare il Natale è da sempre il Messiah di Georg Friedrich Haendel, uno tra i capolavori assoluti del genere oratoriale. Per le festività ormai prossime il capolavoro del compositore tedesco, naturalizzato inglese, verrà presentato per ben due volte nell'arco di una settimana: il 1° dicembre dalla Cappella Musicale di Santa Maria dei Servi a Bologna e il 7 dicembre (entrambi alle 20:30) dalla Filarmonica Arturo Toscanini a Parma. E se per l'antica Cappella Musicale bolognese si tratta di una tradizione che si ripete da più di 40 anni (cominciò a proporlo lo storico fondatore della Cappella, Pellegrino Santucci), per l'orchestra regionale emiliana è praticamente una novità. Il Messiah, forse la composizione più famosa di Haendel, fu scritto di getto in sole tre settimane tra agosto e settembre 1741: costituisce uno di quei prodigi dell'ispirazione passati giustamente alla storia della musica. Il brano più celebre dell'oratorio è l'Hallelujah, veloce ed allegro, potente e gioioso, che conclude la seconda delle tre parti dell'opera. "Il Messiah - commenta il direttore della Toscanini, Enrico Onofri - nel raccontare la vita del Cristo, conduce l'ascoltatore in un viaggio attraverso dimensioni estreme, dalle sfere più intime alle celestiali e infine al grandioso: un'opera che ha lasciato un segno profondo, un filo pressoché ininterrotto tra gli splendori del Settecento e il nostro tempo". L'edizione bolognese del Messiah vedrà protagonisti i complessi artistici, orchestra e coro, dei Servi diretti da Lorenzo Bizzarri con un quartetto di voci composto da Antonella Colaianni, Gian Luca Pasolini, Eva Macaggi e Alberto Bianchi. L'edizione parmigiana, in programma all'Aditorium Paganini, alla Filarmonica Toscanini affianca il Coro Universitario del Collegio Ghislieri di Pavia e le voci di Sandrine Piau, Sara Mingardo, Levy Sekgapane e Luca Tittoto.
Comments