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Un duetto tra l'opera lirica e l'arte italiana. Il 98° Festival sarà inaugurato il 19 giugno

Un duetto tra l'opera lirica e l'arte italiana. Lo proporrà il cartellone dell'Opera Verona Festival dell'Arena per l'estate 2021, la stagione del rilancio degli spettacoli dal vivo. Il 98° Festival sarà inaugurato il 19 giugno con l'Aida di Giuseppe Verdi eseguita in forma di concerto da Riccardo Muti, per celebrare il 150° anniversario della prima rappresentazione del capolavoro verdiano al Cairo. Ogni titolo nel calendario avrà un riferimento e una sua matrice d'ispirazione in una o più eccellenze espositive del patrimonio italiano e della Città del Vaticano: Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per tratteggiare un contesto visuale che narri nel dittico di apertura la cultura popolare siciliana, con particolare riferimento all'ambito religioso, che caratterizza Cavalleria Rusticana. Per Pagliacci, invece, sono state scelte le suggestioni felliniane in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino e il Fellini Museum che Rimini inaugurerà a breve. Per Aida, la Fondazione ha individuato il partner narrativo ideale nel Museo Egizio di Torino, le cui collezioni fungeranno da elemento caratterizzante nella dialettica tra le pietre romane dell'Arena e l'iconografia egizia. In Nabucco entrerà in campo la collaborazione con il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Turandot nasce invece dal dialogo con il Museo d'Arte Cinese ed Etnografico di Parma, luogo non solo di scoperta di tesori di epoche e popoli lontani, ma anche di incontro e apertura a culture tradizionali e remote. La Traviata, capolavoro verdiano costruito intorno ad una protagonista di inedita forza e sconvolgente impatto sulla società dell'epoca, nasce da un percorso di studio sulla figura femminile in tutte le sue declinazioni grazie alla ricca collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Nella serata Verdi Requiem i complessi artistici areniani celebrano i 120 anni dalla scomparsa del compositore con la sua massima opera di questo genere: sacra e umana, teatrale e intima al tempo stesso, offre spunti di riflessione e memoria illuminata dal patrimonio del Sito Archeologico di Paestum e del Parco Archeologico di Pompei. Complementare a questa serata evento è la IX Sinfonia di Beethoven, creazione che ha cambiato la storia della musica: il suo perfetto "abbraccio alle moltitudini" citato nell'Ode alla gioia di Schiller, è idealizzato in un percorso curato dalla Fondazione Alinari per la Fotografia.


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