L'attesa è durata quasi due anni, ma ora Morabeza è pronto per il suo viaggio. Morabeza, il disco che Tosca ha pubblicato nel 2019 (e riedito l'anno dopo con l'aggiunta del brano Ho amato tutto presentato al Festival di Sanremo) conquistando due Targhe Tenco per Miglior interprete e Migliore canzone. Morabeza, come la parola capoverdiana che indica la nostalgia che si consuma nel presente, nel momento in cui si vive qualcosa di notevole, la presa di coscienza della bellezza di un presente che apparterrà presto al passato e la certezza della nostalgia che si accompagnerà al ricordo. "Nel riuscire a godere delle piccole cose, c'è l'essenza della morabeza, che è anche il senso dello spettacolo. La pandemia, in questo senso, mi ha insegnato molto, ci ha dato l'opportunità di occuparci di noi stessi e di non dare per scontato niente. Ho rischiato di perdere mio padre, non per Covid ma per una brutta depressione, e ho imparato a dare valore a quello che ho. Ora che torno sul palco non vedo l'ora di vivere tanti momenti di morabeza. Tra qualche tempo, magari, vedremo anche questi mesi da un'angolazione diversa: quando il dolore si allontana rimangono solo le cose belle. Mia nonna diceva che la vita ti cambia perché è una guerra". Dopo la tappa di Napoli, l'artista è pronta a debuttare a Roma, il 5 novembre all'Auditorium Parco della Musica, per poi portare il suo viaggio musicale - un ponte fra la radice italiana e le musiche d'altrove, in particolare francese, brasiliana, portoghese e tunisina - in giro per l'Italia e per il mondo, arrivando a toccare Dubai, Sharjah, Brasile (in concomitanza dell'uscita del disco sul mercato brasiliano), Uruguay, Paraguay, Perù, Stati Uniti. "In questi due anni il progetto iniziale è cambiato, si è adattato, si è evoluto. Ho studiato tantissimo e divorato musica di ogni tipo. E nel live, dunque, non ci saranno solo i brani del disco, ma tanto altro. Credo che questo tour diventerà anche un disco live. E per ogni tappa cercherò di fare un regalo ad hoc per il pubblico". Che non ha dubbi, non si farà fermare dai timori legati al Covid. "Sento che c'è voglia di musica, di live. Forse - e parlo anche da donna di teatro - la prosa può risentirne di più, ma più per una specificità che si è un po' persa e per una programmazione che manca. Per il teatro, già affaticato prima della pandemia e forse penalizzato dalla televisione, va ridata un'educazione. Io intanto vorrei stringere la mano a ognuno degli spettatori dei miei spettacoli: chi viene a vederti è comunque un eroe". Per Morabeza in Teatro, che vede la direzione musicale di Joe Barbieri tra le atmosfere di colore e di calore di un immaginario salotto sudamericano ideato dallo scenografo Alessandro Chiti, Tosca - che non si è mai fermata "ma un conto sono i concerti all'aperto un conto quelli al chiuso" - sarà affiancata da Giovanna Famulari (violoncello, pianoforte e voce), Massimo De Lorenzi (chitarra), Elisabetta Pasquale (contrabbasso e voce), Luca Scorziello (batteria e percussioni), Fabia Salvucci (percussioni e voce). "Con una maggioranza al femminile", tiene a sottolineare in tempi in cui le donne sono spesso messe all'angolo. "C'è bisogno come l'aria di rivendicare diritti a 360 gradi. E penso anche agli immigrati, al ddl Zan - aggiunge l'artista -. Amare il prossimo è una condizione dell'anima. Le differenze ci arricchiscono. È stata mia nonna, emigrante di ritorno dall'America, a insegnarmi l'accoglienza. Il tentativo di certa politica - ipocrita - di dividerci ha l'obiettivo di controllarci. Ma il popolo è più avanti, il raggiungimento di certi obiettivi, come il divorzio o l'aborto in passato, è solo questione di tempo".
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