Amadeus non lascia e attende le decisioni che prenderanno la Rai e il Comitato tecnico scientifico pur restando convinto che la platea vuota possa penalizzare lo spettacolo, ma si rimetterà alle decisioni che verranno stabilite. L'idea di fondo sulla quale in queste settimane Amadeus ha lavorato con la sua squadra è stata la realizzazione di un grande spettacolo in un teatro assimilabile a uno studio televisivo dove - come chiariscono anche le Faq pubblicate sul sito di Palazzo Chigi - la presenza del pubblico è ammessa, come peraltro accade in diversi show della Rai e della concorrenza. Ma dopo giornate di forte tensione, di amarezza, di sensazione di isolamento, a mente lucida è prevalso nel conduttore e direttore artistico il senso di responsabilità per il proprio ruolo: far saltare Sanremo significherebbe mettere in seria difficoltà tutti coloro che ci lavorano, l'industria discografica che spera in un segnale di ripartenza, la Rai stessa che grazie al festival lo scorso anno ha messo in cassa oltre 37 milioni di ricavi pubblicitari. Di qui la decisione di Amadeus di fare un passo avanti, in vista del 2 marzo: sarà l'azienda, in base al protocollo organizzativo e sanitario con cui a Viale Mazzini si sta cercando un punto di equilibrio tra le indicazioni del governo e quelle degli esperti, e sarà il Cts a decidere sulla presenza o meno di figuranti in sala e sulle modalità in base alle quali l'evento possa svolgersi in sicurezza. Quella sicurezza che non può non restare al primo posto anche per chi sta lavorando al festival per amore del pubblico e per regalare agli spettatori un momento di leggerezza. Sanremo è un'industria che dà lavoro, dietro Sanremo c'è una macchina enorme che lavora". Anche Fiorella Mannoia si è espressa sulla questione Festival di Sanremo, lo ha fatto dai microfoni di Magazzini Musicali, il programma di Rai2 in onda ogni sabato alle 15:30. Stuzzicata sull'argomento dal conduttore Gino Castaldo su quanto il Festival sia ancora necessario, la cantante -che ha cantato Combattente, title track del suo diciassettesimo album in studio - specifica che "non è così semplice, ci sono case discografiche, c'è lavoro, c'è ricerca, musicisti che suonano, arrangiatori, contratti....bisogna stare attenti quando si dice rimandalo o si fa o non si fa è uguale, non è così". La Mannoia poi conclude l'intervento ponendo l'accento sulla scarsa considerazione concessa alle varie categorie che operano nel mondo della musica in Italia: "Noi purtroppo, non so perché, nella scala della cultura siamo sempre visti come il fanalino di coda".
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