Sarà in radio e in digitale dal 5 febbraio il nuovo singolo di Chiara White Neroseppia, brano finalista nella prossima edizione del Premio Bianca D’Aponte. Il videoclip realizzato da Alice Cortella per Ultraviolet Production. Neroseppia arriva a tre anni dall’esordio discografico con Biancoinascoltato e anticipa l’uscita del nuovo disco, prevista nel 2021 con la Suburban Sky Records. Neroseppia è il Kraken, la piovra gigante, il mostro degli abissi. Una parola che deriva dal norvegese Krakke, oscuro, albero contorto, o dal germanico Krabben, strisciare. Nel folclore popolare rappresenta la violenza della natura. Tipicamente riposa sul fondo del mare e, risvegliata dalle esplorazioni umane inopportune, porta distruzione in superficie. Nella visione della White, invece, il mostro si sposta da fuori a dentro. I mostri, poi, saranno protagonisti del concept album che uscirà nel 2021, in cui ogni canzone trasforma e trasfigura esseri mostruosi dell’immaginario collettivo, afferenti alle più svariate culture (da quella classica, greca, alla nordeuropea), facendone nuovi e moderni simboli. Uno scontro coi propri demoni che, attraverso l’introspezione e la musica, diventa incontro e, quindi, catarsi e liberazione. “’Neroseppia’ è il primo brano che ho scritto per il mio secondo lavoro discografico. Come tutte le mie nuove canzoni, è dedicata a un mostro: in questo caso il Kraken, il mostro degli abissi, la piovra gigante… fuor di metafora: la depressione, che ti trascina giù e ti paralizza coi suoi tentacoli mentre ti copre gli occhi con inchiostro nero, anzi, neroseppia. Il testo è composto da frasi brevi e spezzate, come quando non si ha voglia di parlare, racconta la depressione per quello che è, senza giudizi né possibili soluzioni. Di contro, la melodia del brano, scanzonata, il ritmo e l’arrangiamento (realizzato in collaborazione con Elia Rinaldi alias Nervi), dissacranti rispetto al tema, e alcuni esperimenti vocali (come io che faccio il verso del mostro) si sono definiti come una sorta di antidoto alla paura.” Il brano è stato arrangiato insieme ad Elia Rinaldi, elaborando un sound che rinnova le radici acustiche della cantautrice, sposandole con elementi elettronici. Vede la partecipazione dello stesso Rinaldi alle tastiere, basso synth e drum machine e di Alessandro Alajmo alla chitarra elettrica. Voci, chitarra acustica e ukulele sono della White.
IL VIDEO NEROSEPPIA
Il videoclip, di produzione Ultraviolet è stato girato al Superstudio di Firenze da Alice Cortella (regia montaggio e postproduzione) e ideato dalla stessa Cortella assieme a Chiara White. Dietro la maschera del mostro c’è Marco Monelli che “ne fa di tutti i colori” (anche se usa solo il nero) per oscurare la White che, pur rimanendo pressoché immobile, danza con lui, aspettando che la tempesta raggiunga il suo apice e poi passi, fino all’abbraccio catartico del finale. Camera e fotografia sono di Biancalisa Nannini, il trucco di Silvia Bernardini. “Girare il videoclip, ideato e realizzato insieme a Alice Cortella (Red Cat Music-Ultraviolet), è stato altrettanto liberatorio: trovarsi faccia a faccia col mostro (dietro la maschera, l’attore fiorentino Marco Monelli), lasciarsi scivolare sempre di più nel nero (in contrasto con gli sfondi colorati realizzati dalla stessa Cortella), fino all’esplosione e all’abbraccio catartico del finale, mi hanno permesso di spostare fuori e osservare dall’esterno ciò che normalmente sta nascosto dentro, in profondità. Grazie alla musica ho potuto vedere il mostro per quello che è: semplicemente una parte di me… spaventata, più che spaventosa.”
IL TESTO
Io sento che non c’è più niente di me e penso a te che mi parli di noi che mi parli di noi
Assaggio con le mani i suoi frutti neri sorprendo la mia testa dentro quei pensieri lascio che le cose scivolino altrove e mi perdo qui, senza te che mi parli di noi che mi parli di noi
Freddo aspetto guardo dentro neroseppia sui colori cerco un centro ma non riesco troppo il buio mi spavento troppo il buio mi spavento troppo il buio troppo il niente
Cieli senza più tramonti mari senza quelle onde buio senza quei confini che ci rendono vicini
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