Dalla pornostar Malena alla scrittrice Isabella Santacroce, dalla performer Silvia Calderoni alla soubrette Francesca Cipriani, c'è posto per tutti nel 'Club Topperia' di Myss Keta, che ha chiamato a collaborare al suo terzo album un caleidoscopio di personaggi che - dice lei da sotto la mascherina - rappresentano tante parti diverse della stessa anima. "Includere è politico sempre" chiosa la bionda artista milanese, frangetta e occhiali da sole a nascondere il volto, abito psichedelico a fasciare il corpo. "È un album pensato per un club inclusivo" aggiunge Keta, che il 28 maggio condurrà su Rai Uno i Diversity Media Awards, gli Oscar dell'inclusione, insieme a Michela Giraud e Diego Passoni. E l'inclusione, per la rapper, passa dalla nightlife: "Club Topperia - dice da una poltrona del Plastic, storico locale di Milano - è un club immaginifico dove ci si muove senza limiti, spaziando dagli anni 80 ai 2000 a echi futuristici, dai fasti dello studio 54 alla vita notturna milanese". Il tutto in 16 pezzi divisi in tre atti, che stanno a rappresentare l'evoluzione di "una serata immaginaria in un club, quasi un percorso fisico dall'ingresso al corridoio alle varie sale". Con la Santacroce, per esempio, la sintonia è scattata su questo: "ci siamo ritrovate nello scopo purificatore della nightlife, come quando vai a teatro a vedere una tragedia, in un club - spiega Myss Keta - vai per non essere un'entità singola ma per essere primitivi, istintivi, uniti a chi ci sta accanto senza bisogno di chiedere 'che lavoro fai?'. La vita notturna - è il suo pensiero - è fondamentale per il benessere, è una ritualità spirituale dove siamo senza pesi inutili e costrutti sociali". Con Malena, invece, la "sorellanza" non è nata su un dancefloor: "ci siamo conosciute in Puglia, avevamo parlato di come vieni vista fuori quando fai un certo tipo di lavoro, così ho pensato a lei - racconta - per 'Scandalosa'. Era la persona giusta ed è tra le donne iconiche che hanno ispirato l'album". In tutte queste scelte, non c'è solo il senso della "gang di ragazze", ormai allargato dal 2015, quando uscì 'Le ragazze di porta Venezia": Keta è consapevole che "ogni cosa che fai è politica". "Quello che faccio - riflette - è come tirare una corda, cercare di smuovere qualcosa mostrando il mio punto di vista su come vorrei il mondo. Più espressioni di questo tipo ci sono, più il mondo ne è contaminato, perché la musica ha una forza potentissima. Siamo distanti da un mondo inclusivo, è vero, ma ognuno deve portare avanti le sue credenze e il suo coraggio espressivo non solo nell'ambiente protetto dello show, ma nel mondo". Un inno alla condivisione con dei paletti: "quello che è successo a Blanco non è rispettoso, toccare i genitali è una molestia, il live è un momento di condivisione ma sempre nel rispetto" conclude lei, dando appuntamento al suo tour, che partirà il 4 giugno da Cremona.
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