Ci ha provato l'anno scorso, con Fiori di Chernobyl, diventato poi un successo da disco di platino in due mesi; ci ha riprovato quest'anno con A Forma di Origami; ci riproverà ancora, Mr Rain, finché le porte dell'Ariston non si apriranno. "Perché non mollo: è una sfida personale - racconta il rapper e produttore, che il 12 febbraio pubblica il suo nuovo album dal titolo Petrichor -. Il Festival è l'opportunità di mettersi a confronto con gli altri e con se stessi. Anche se posso dire con certezza che Fiori di Chernobyl era un brano con un suo peso specifico, ma a Sanremo non viene valutata la musica". La sua critica al mondo musicale è finita anche in una canzone del nuovo album, Non fa per me. "In Italia sono tutti i più bravi di me a fare i cantanti - canta - Schiavi dell'oro e degli outfit, Dischi di platino scritti da maghi del writing". "È un mio sfogo personale, una fotografia al panorama attuale, dove non tutti gli artisti hanno le stesse possibilità". Il disco, il terzo dopo Memories del 2015 e Butterfly Effect del 2018, segna il raggiungimento di una nuova maturità artistica per Mr Rain. "È una versione Pro, aggiornata, di me. Il viaggio per versi che è un cerchio che parte da Fiori di Chernobyl (scritta per uscire da un periodo un po' buio) e si chiude con Ricominciare da me, per guardare già a domani". Dieci canzoni (comprese le collaborazioni internazionali con la cantatrice inglese Birdy e con il rapper Hopsin), in cui l'artista trova un equilibrio con se stesso. "Perché la musica mi dà tanto, ma mi ha anche tolto moltissimo, mi assorbe totalmente e lascia poco spazio per tutto il resto".
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