Con il 'Lohengrin' di Richard Wagner, prima opera del compositore tedesco ad essere rappresentata in Italia proprio al Comunale di Bologna, il 1° novembre del 1871, il teatro di Piazza Verdi saluta la sua storica sede per i prossimi tre anni e mezzo per lavori di riqualificazione e trasferisce le sue attività in un padiglione della Fiera. Il capolavoro wagneriano torna al Comunale dal 13 al 20 novembre prossimi, dopo vent'anni, in un nuovo allestimento del regista Luigi De Angelis del collettivo di artisti Fanny & Alexander che proprio quest'anno celebrano trent'anni di attività. Questa produzione di "Lohengrin" era stata programmata per lo scorso anno, proprio in occasione del 150° della prima italiana, ma l'emergenza sanitaria ne ha forzatamente posticipato di un anno la realizzazione. Per rafforzare il legame tra Bologna e Wagner (già forte della cittadinanza onoraria al compositore), Luigi De Angelis ha scelto di portare il compositore stesso sulla scena impersonato da un attore: "L'uomo Wagner è demiurgo e testimone di una vicenda collettiva mescolata a quella della fiaba antica. Ho pensato - ha spiegato il regista alla presentazione dell'opera - ad un contenitore/tribunale dove si giudica un fratricidio, poiché Elsa di questo è accusata, convocata nel recinto sacro del processo". Tribunale che man mano si trasforma in un luogo di oggi: "L'arrivo miracoloso di Lohengrin è una specie di allucinazione collettiva, comunitaria, che irrompe nel tempo sacro del giudizio mediante l'epifania dell'animale, il cigno, figura mitologica metamorfica, ambigua, seducente, che simboleggia la purezza, la bellezza delle arti e la morte, perché si dice che prima di morire emetta un canto sublime", conclude. Sul podio della corposa Orchestra del Teatro Comunale e di un cast formato per buona parte da cantanti madre lingua (ma ci sono anche italiani), salirà Asher Fisch, alla sua terza produzione di "Lohengrin". Il Coro del Comunale, circa 90 artisti preparati come di consueto da Gea Garatti Ansini, sarà affiancato da quello del Teatro Accademico Nazionale dell'Opera di Kiev come ulteriore segno di solidarietà verso gli artisti ucraini così duramente penalizzati in questo periodo.
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