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La chiesa di Ferrara fa pace con Vivaldi, dopo quasi tre secoli

La chiesa di Ferrara fa pace con Antonio Vivaldi: a distanza di 283 anni, da quando cioè il compositore veneziano scrisse appositamente per il Teatro Bonacossi di Ferrara una nuova versione della sua opera cult "Il Farnace", mai rappresentata per il divieto dell'allora governatore della città, il cardinale Tommaso Ruffo, l'attuale l'arcivescovo di Ferrara, Gian Carlo Perego, assisterà alla prima dell'opera, domani alle 20 al Teatro Comunale, e sarà tra gli ospiti di "Ferrara Proibita", l'incontro introduttivo all'opera alle 17 al ridotto del Teatro. Quel divieto che fece saltare le recite programmate per il Carnevale del 1739, (causato dal presunto legame illecito tra il compositore e la sua cantante prediletta, Anna Girò) portò il "Prete rosso" lentamente alla morte: due anni dopo, infatti, nel 1741, indebitato e senza mai vedere rappresentata questa sua sofferta versione del Farnace, Vivaldi si spense in povertà a Vienna. A quel diniego seguì un silenzio durato secoli, interrotto ora con il debutto dell'opera 'proibita', nell'ultima versione, la ferrarese del 1738, in scena il 30 alle 20 e il 31 in replica pomeridiana alle 16:00. All'incontro chiarificatore, "fortemente sentito dall'arcivescovo", saranno presenti anche il direttore d'orchestra Federico Maria Sardelli, il regista Marco Bellussi, il maestro del coro Francesco Pinamonti e il presidente della Fondazione Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi.


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