Intervista al polistrumentista e compositore italiano che ha da poco lanciato il suo ultimo disco "god shaped hole".
Un artista che ha iniziato presto a studiare e produrre musica in vari generi e stili.
Amo il fatto di dover continuamente mettermi alla prova con generi che non pratico e, soprattutto, amo la possibilità di studiare e piegare alla volontà delle mie esigenze questi generi così lontani dal mio consueto.
Come definiresti la tua musica? E come ti definiresti come musicista?
Credo che la mia musica sia un crocevia di generi ed autori l’uno diametralmente opposto all’altro. Probabilmente è per questo che il ruolo di compositore di Musica per Film in qualche modo riesce sempre a sorprendermi! Amo il fatto di dover continuamente mettermi alla prova con generi che non pratico e, soprattutto, amo la possibilità di studiare e piegare alla volontà delle mie esigenze questi generi così lontani dal mio consueto. Non amo le definizioni, sono recinti culturali di cui abbiamo bisogno per inquadrare un fenomeno o un qualcosa, quindi preferisco non definirmi e lasciare ampia apertura a tutto ciò che mi attrae e che è in grado di appassionarmi.
Puoi raccontarci qualcosa sul tuo nuovo lavoro discografico “God Shaped Hole”?
“God Shaped Hole” è un viaggio sonoro all’interno di quel “qualcosa” che io definisco “il luogo del sentire”. Quello spazio all’interno di noi stessi che è simultaneamente vuoto e pieno e che attraverso la ricerca possiamo essere in grado di definire al di là delle apparenze. Con questo mantra ho cercato di condensare le mie energie creative in delle tracce che potessero essere lo specchio del cambiamento che avrei voluto vedere al di fuori di me stesso. Questo disco ha avuto un tempo di incubazione e gestazione molto lungo e nasce dall’esigenza, tutta introspettiva, di mettere al mondo parti di me che non comprendevo bene dall’interno. Forse non a caso ho impiegato 3 anni per finirlo, ma in buona parte è nato del periodo di stravolgimento che tutti noi abbiamo vissuto. È stato un procedere molto naturale, senza forzature o elucubrazioni. I brani, come sempre, si scrivono solo nel momento in cui essi decidono di essere scritti.
Durante la sessione di registrazione è stato fantastico ascoltare come man mano quelle linee melodiche si intrecciavano e acquisivano significato e peso specifico all’interno del brano che da il nome all’album.
C’è un episodio (o un incontro) nella tua carriera che è stato particolarmente significativo?
Uno degli incontri più significativi della mia vita è stato sicuramente quello con il leggendario compositore Philip Glass. Avere l’opportunità di stringere la mano e chiacchierare con colui che ha letteralmente scritto la colonna sonora della tua infanzia è una cosa più unica che rara. Ricordo inoltre che mi colpì tantissimo per la sua incredibile pacatezza e umiltà d’animo.
Com’è stato lavorare con gli artisti con i quali hai collaborato nella produzione?
Quando ho sentito Ekaterina Shelehova per la prima volta sono rimasto così estasiato dalla sua voce che le ho proposto subito di collaborare! Ekaterina è un artista eccezionale, il suo range vocale è veramente da fuori classe ed ha una capacità innata e personale di interpretare e improvvisare melodie e quindi era esattamente la persona giusta per quello che avevo in mente. Il primo brano che ho scritto per lei, “Catch the Sun”, è stato veramente scritto di getto cercando di sfruttare la potenza del range vocale di Ekaterina e affrontare anche la stesura dei testi che mi ha letteralmente portato fuori dalla mia “comfort zone”. “Everything” è un brano incluso nella colonna sonora (di cui Ekaterina è stata la chiave di volta) del film “Tieniti Tutto” dell’incredibile amico e regista Gianluca della Monica che assolutamente devo ringraziare perché senza le nostre conversazioni e brainstorming riguardo la soundtrack probabilmente non avrebbe mai visto la luce! Alice Tamburrino è una regista e cantante eccezionale. Ho avuto modo di lavorare con lei in entrambe le vesti e quando “Dream Catcher” ha preso forma ho pensato subito che la sua voce graffiante e fuori dal comune fosse perfetta per lo scopo! Durante la sessione di registrazione è stato fantastico vedere come il testo del brano prendeva vita grazie alla sua intensità. Il violino di Giusi Arvonio è stato veramente una svolta per la title track “God Shaped Hole”. Giusi è una violinista eccezionale, di una versatilità pazzesca e di un senso musicale raro. Le tracce di violino che sentite nella traccia sono tutto merito suo! Durante la sessione di registrazione è stato fantastico ascoltare come man mano quelle linee melodiche si intrecciavano e acquisivano significato e peso specifico all’interno del brano che da il nome all’album!
Flavio ci svela...
Dove cerchi l’ispirazione per le tue composizioni?
Generalmente è l’ispirazione che trova te.
L’unica cosa da fare è ascoltare ed essere pronti a sporcarsi le mani con l’infinito dedalo di possibilità che l’Universo sussurra a chi è pronto a recepire.
Credo che in qualche modo, in fondo, quello che un’artista fa è semplicemente “rubare” all’etere con la scusa di immettere bellezza al mondo. Si, l’arte è un furto seguito da una meravigliosa scusa.
A chi (o cosa) ti sei ispirato per la scrittura dei testi di “Everything” e “Dream Catcher”?
Uno dei vantaggi del curare a 360° la produzione di un album è quello di poter avere letteralmente il controllo (almeno apparentemente) di ogni aspetto artistico. Quando ho realizzato i testi per i brani dell’album sono letteralmente fluiti in maniera naturale nel contesto e nella cornice dell’atmosfera del brano per cui stavo scrivendo. Per il testo del brano “Dream Catcher”, in realtà ho preso spunto da alcune note che conservavo nel mio telefono come appunti personali e quando ne ho sentito l’esigenza si sono rivelati estremamente utili. Invece il testo di “Everything” è ispirato al film “Tieniti Tutto” di Gianluca Della Monica. Difatti il brano è presente nella colonna sonora del film e ne riprende, in maniera parafrasata, i fili della narrazione. Sicuramente scrivere testi non è semplice, perché la parola è uno strumento estremamente diretto, potente e delinearne i significati è un fardello importante.
Penso che il livello medio delle nuove generazioni di musicisti sia potenzialmente altissimo. Il vero problema è che, se da una parte la “velocità” della modernità ha agevolato l’aspetto tecnico e pratico del fare musica...
Cosa pensi delle nuove generazioni di musicisti?
Credo che per rispondere a questa domanda bisognerebbe prima intendersi su cosa significhi essere musicisti al giorno d’oggi. Penso che il livello medio delle nuove generazioni di musicisti sia potenzialmente altissimo. Il vero problema è che, se da una parte la “velocità” della modernità ha agevolato l’aspetto tecnico e pratico del fare musica, dall’altra la sottrazione del tempo ha inevitabilmente portato ad un impoverimento dell’offerta in termini concettuali ed artistici, per cui si tende ad assemblare un prodotto piuttosto che lavorare su un’idea. In sostanza il vero problema, quindi, è di tipo culturale.
Cosa vedi nel tuo futuro musicale?
Credo fermamente che siamo i creatori della nostra realtà e che questa in fin dei conti è solo il collasso casuale delle volontà dell’umanità intera, in cui noi abbiamo una minima parte. Attualmente sono a lavoro su diverse colonne sonore per produzioni sia Italiane che estere e sicuramente è in cantiere di portare l’album dal vivo in tour, ovviamente affiancato dei fantastici musicisti che mi hanno aiutato nella creazione di questo percorso. Stay Tuned!
Bio artista
Flavio G. Cuccurullo nasce ad Avellino il 19/12/1992. Successivamente trasferitosi nella famosa città Bruniana, Nola, intraprende all’età di 11 anni i primi passi verso la musica. Comincia con lezioni di chitarra elettrica, strumento principe che lo porterà a partecipare e vincere svariati contest nell’area Partenopea. Nel 2007 decide di prendere lezioni di pianoforte con Nona Dajan. Nel 2010 superando le ammissioni di “Chitarra jazz” e “Composizione M.A.I. (musica appplicata alle immagini)” presso il conservatorio statale G.Martucci di Salerno ,decide di intraprendere gli studi di composizione per la musica applicata alle immagini. Ad oggi ha firmato lavori in categorie quali : Spot, cortometraggi, Installazioni, Live Electronics, arrangiamenti Pop, Rock, Classica e Sinfonica.
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