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In conversazione con Fabio Cuomo

Intervista al pianista e compositore italiano che ha da poco lanciato il suo ultimo disco "Il volo del gufo". Per lui comporre è un bisogno primario come respirare.


Un artista che ha iniziato presto a studiare e produrre musica in vari generi e stili.


Ho iniziato studiando pianoforte in una scuola privata qui a Genova, e in un certo senso non ho mai smesso. Penso sia stato proprio questo a permettermi di farne un lavoro, la curiosità e la sete di imparare, che unite alla dedizione alla fine creano competenze.

Ciao, sei un compositore attivo e riconosciuto. Puoi spiegarci come sei riuscito a far diventare la musica il tuo lavoro? Qual è il tuo background musicale?


Ho iniziato studiando pianoforte in una scuola privata qui a Genova, e in un certo senso non ho mai smesso. Penso sia stato proprio questo a permettermi di farne un lavoro, la curiosità e la sete di imparare, che unite alla dedizione alla fine creano competenze. Credo che valga in qualsiasi campo; per quanto mi riguarda sono passato dal pianoforte alla composizione in generale, poi alla conoscenza di altri strumenti, poi alla fonica, alla produzione ecc…. Non penso di eccellere in ognuna di queste cose ovviamente, ma penso che oggi per lavorare con la musica sia necessaria più che in passato la conoscenza di ciò che va al di là del proprio strumento. Non che essere strumentisti eccezionali non abbia più valore, tutt’altro…. ma è mia opinione che la conoscenza “trasversale” della musica oggi sia più valorizzata; quantomeno in ambito lavorativo.


Sei sempre stato interessato a comporre? Ricordi il primo pezzo che hai scritto?


Si, comporre è un bisogno come respirare per me. Onestamente scrivo moltissima musica e non ricordo le mie primissime composizioni, ma le ho ancora sicuramente nelle pile di quaderni che sovrastano la mia stanza.


Fabio ci svela...


Negli anni ho suonato in molti posti, e ho sempre trovato artisti straordinari che mi hanno lasciato un sacco di esperienze ed emozioni.

Cosa o chi ti ha influenzato di più?


Sicuramente il suonare dal vivo in generale. Il conoscere altri artisti e lo scambio umano che ne consegue….. Negli anni ho suonato in molti posti, e ho sempre trovato artisti straordinari che mi hanno lasciato un sacco di esperienze ed emozioni. E da queste esperienze ho imparato cose sulla musica ( e non solo) più che in qualsiasi altro contesto.



Qual è il tuo processo creativo? Da dove e come inizi?


Solitamente da un idea di come voglio che suoni quello che sto per comporre. Prima ancora di scrivere la prima nota solitamente mi fisso dove voglio arrivare, che modi usare… che colori usare in un certo senso. Sia per quanto riguarda l’armonia, sia le scelte timbriche e il tipo di parti in generale ( minimali, percussive, aeree ecc….).



Hai recentemente pubblicato il tuo nuovo lavoro “Il volo del gufo”. Cosa ci puoi dire in merito?


Lo trovo un disco molto rappresentativo del periodo in cui è stato scritto. Il gufo è l’unico animale il cui volo è completamente privo di rumore. Nella solitudine causata dalla pandemia, ho sentito la necessità di starmene da solo nella mia stanza a scriverlo senza che nessuno mi sentisse. Non era solo la condizione del lock down, anche perché oggi la musica è facilmente condivisibile tramite internet…. A prescindere dal momento storico; ho avuto bisogno di scrivere questo disco in solitudine, dedicando del tempo solo a lui e quindi a me stesso. Così è stato.



Trovo il comporre per film una cosa tra le più stimolanti per la propria creatività; e soprattutto per il proprio linguaggio.


La tua musica è molto cinematografica. Vorresti comporre colonne sonore per un film?


In effetti mi è capitato spesso di occuparmi della colonna sonora per qualche film, e devo dire che mi piace molto. Trovo il comporre per film una cosa tra le più stimolanti per la propria creatività; e soprattutto per il proprio linguaggio. Nei film non decidi tu i colori di quello che scrivi, ma devi evidenziare e a volte definire altri colori già presenti; e questo secondo me è il miglior esercizio che si possa fare per ampliare il proprio vocabolario musicale, in ogni senso di questo termine.



E qualche progetto in cantiere di cui vuoi parlarci?


Sto lavorando a un disco solo piano e voci, in cui le voci fanno cmq una parte “strumentale”.

Niente testi o parole, solo suoni. Ma non anticipo altro, e cmq ho iniziato a scriverlo da pochissimo.



BIO ARTISTA

Fabio Cuomo è un polistrumentista da sempre attivo nel circuito nazionale; la sua continua esigenza di ricerca e sperimentazione lo ha spinto negli ultimi anni a esplorare i territori della musica classica e neoclassica per pianoforte contaminata da sintetizzatori analogici.




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