Intervista al pianista e compositore italiano che ha da poco lanciato il suo ultimo disco “Nella bellezza infinita”.
Un artista che ha iniziato presto a studiare e produrre musica in vari generi e stili.
Qual è stata la molla che ti ha portato a rendere la musica da passione a professione?
La mia professione di musicista e compositore si condivide con un’altra attività lavorativa che mi permette di avere la serenità, anche economica, di affrontare il lungo e difficoltoso percorso musicale. Molti musicisti sono costretti ad accettare tutto per potersi garantire il giusto mantenimento economico, ma questo spesso va a discapito dei propri percorsi personali per i quali occorre dedicare moltissima energia, sia in termini di tempo che economici.
Per un periodo della mia vita, ad esempio, ho insegnato musica ed avevo molti ragazzi, poi però ho sentito la necessità di non essere vincolato musicalmente in altri percorsi che, inevitabilmente, devi intraprendere con il massimo impegno e dedizione.
Per questo, continuando ciò che ho sempre fatto anche con la scuola, mi divido in maniera del tutto naturale tra la musica e l’ingegneria.
Puoi raccontarci qualcosa sul tuo nuovo lavoro discografico “Nella bellezza infinita”?
Nella bellezza infinita e’ un album dedicato alla donna: un viaggio attraverso la musica in cui ho immaginato la vita di donne tanto reali quanto immaginarie che, con la “bellezza infinita” delle loro anime, hanno lasciato o lasceranno un segno indelebile in ognuno di noi: da Jo March a Virginia Woolf, da Amelia Earhart a Mary Shelley, da Dolores Prato a Nina, mia figlia.
L’Album è stato anche un viaggio alla scoperta di me stesso e della mia essenza. Più scoprivo me stesso e più l’Album prendeva forma. Infatti il mio istinto musicale mi ha condotto in questo periodo di vita a scrivere musica ispirata principalmente a figure femminili. Un processo creativo istintivo in riconoscenza di quel mondo (quello femminile) che tanto mi ha coccolato, cresciuto, amato ed educato fin da piccolo, compensando la prematura perdita di mio papà, mai conosciuto e che tanto amava la musica.
Il titolo dell’Album è invece tratto dal un verso di una poesia di Antonio Santori, illustre poeta elpidiense, di cui ogni anno si commemora l’anniversario il 30 Agosto. Quest’anno (2024) ho avuto l’onore di presentare il nuovo disco proprio in occasione di questo particolare evento.
Fabio ci svela...
Ogni volta che esce un mio nuovo Album per me è un’emozione immensa paragonabile alla nascita di un figlio/a, ciò in quanto i vari progetti musicali hanno un periodo di “gestazione” molto lungo.
Quali sono i generi musicali che ami ascoltare (e chi in particolare artista/gruppo)?
Attualmente amo ascoltare la neo-classical e modern-classical in cui trovo delle eccellenze musicali quali ad esempio Alexandra Streliski, Einaudi, Federico Mecozzi, Dardust, Anzovino.
Ascolto anche altri generi musicali ovviamente ed altri artisti che ascolto ed adoro sono: John Williams, Morricone, Marianelli, Alicia Keys, Stromae. Ognuno a suo modo ha sicuramente influenzato la mia scrittura.
C’è un episodio (o un incontro) nella tua carriera che è stato particolarmente significativo?
Ogni volta che esce un mio nuovo Album per me è un’emozione immensa paragonabile alla nascita di un figlio/a, ciò in quanto i vari progetti musicali hanno un periodo di “gestazione” molto lungo. C’è la fase della scrittura, poi della registrazione, poi del mix e del mastering, della grafica dell’album e della stampa dei supporti, delle prove per la preparazione del live ed il concerto live di presentazione del disco, ecc… ogni singola fase la vivo al massimo delle emozioni ed il giorno di uscita di ciascun Album per me è vissuto come una esplosione di energia ed adrenalina che rimane impressa per sempre nei miei ricordi.
Un incontro importante, invece, per me è stato quello con Louis Bakalov all’Accademia Chigiana a Siena in quanto nel corso di composizione per musiche da film, che frequentavo, ho avuto modo di confrontarmi con molti altri compositori oltre che ricevere i preziosi insegnamenti del maestro, purtroppo scomparso nel 2017.
Da quell’incontro la mia scrittura pian piano si è evoluta verso la composizione per pianoforte ed orchestra d’archi, la mia formazione preferita ed attuale.
Dove cerchi l’ispirazione per le tue composizioni?
Il mio processo creativo è molto naturale e cerco di non forzarlo, lasciando fluire le idee liberamente ed è per questo porto sempre con me un registratore digitale.
Spesso invece l’ispirazione nasce a seguito di una richiesta a livello teatrale in cui devo scrivere il tema per un personaggio o una scena. Da qui nascono ad esempio brani come Dolores, Veronica o Julia contenuto nel nuovo Album “Nella bellezza infinita”.
Quali sono gli strumenti che usi per l’esecuzione dei tuoi lavori?
Se per esecuzione dei lavori intendiamo il “live” allora uso ovviamente il pianoforte + una sezione di archi che può variare in base al budget ed alla location. A livello di effettistica mi piace usare, ultimamente, il Bluesky della Strymon che rende il suono del piano molto moderno ed originale.
Non uso basi o strumenti elettronici nelle performance, quindi è tutto veramente “Live”!
Nella sezione “Eventi” del mio sito www.fabiocapponi.com trovate sempre aggiornata la pagina dei miei eventi live!
Oltre alla musica quali sono le tue passioni?
Mi piace molto il tennis !
Inoltre ho scoperto di avere una certa passione per l’intrattenimento dei bambini da quando è nata Nina, mia figlia (2019).
I suoi amici sono anche miei amici, e viceversa !!
Cosa vedi nel tuo futuro musicale?
Porsi degli obiettivi è sicuramente importante, ma farsi ingannare dalle aspettative è altrettanto pericoloso. Pertanto mi auguro solamente che ci sia tanta tanta bellezza, per il resto ci pensa mamma Musica!
Ad ogni modo seguitemi su Instagram (@fabiocapponi_music) o su www.fabiocapponi.com
Bio artista
Fabio Capponi pianista e compositore italiano, nasce a Sant’Elpidio a Mare (FM) nel 1977. Diplomato in Pianoforte al Conservatorio di Musica ”G.B.Pergolesi” di Fermo e laureato in Ingegneria presso l’Universita’ Politecnica delle Marche, inizia lo studio del pianoforte all’età di 7 anni. Appena maggiorenne si immerge nell’universo della composizione solistica e a 23 anni incide il suo primo disco: “Naturalpiano”. Ha studiato pianoforte jazz con Mike Melillo, frequentato la Berklee Summer School all’Umbria Jazz Clinics di Perugia, la Masterclass di Improvvisazione dello Stresa Festival con Enrico Pieranunzi, il Corso di Composizione di Musica per Film all’Accademia Chigiana di Siena con il M° Louis Bacalov ed il Laboratorio di Composizione di Musiche per il Cinema Muto con il M° Rossella Spinosa. Nel 2009 esce il suo secondo album di composizioni per Piano solo “A Due Mani” e debutta nei teatri italiani con lo spettacolo “Il Sorriso di Charlie”. Nel 2016 esce il suo Album “Occhi negli Occhi” e con il brano “Terra di Smeraldo” vince il terzo premio al Concorso Internazionale di Composizione “Maurice Ravel” di Novara. Nel 2018, con l’Album “SOULS”, sancisce il sodalizio artistico con la cantautrice Serena Abrami. In ambito teatrale cura e scrive musiche originali di spettacoli teatrali tra cui quelli con il filosofo Cesare Catà (Macbeth”, “Romeo & Giulietta” , “Riccardo II”, “Virginia Woolf, gli abissi della nostalgia”, “Jane Austen”, “Veronica Franco, la geniale cortigiana”, “Frankenstein in love”, “Pier Paolo Pasolini, in terribile stato”) e della scrittrice Lucia Tancredi (La vita privata di Giulia Schucht”, “Lo sferisterio a Macerata e l’avventura dei cento consorzi”, “Aida 1921”).
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