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In conversazione con Andrea Barone

Intervista al pianista e compositore italiano che ha da poco lanciato il suo ultimo disco “Pianosphere vol.1”.


Un artista che ha iniziato presto a studiare e produrre musica in vari generi e stili.


1) Qual è stata la molla che ti ha portato a rendere la musica da passione a professione?

La consapevolezza di non accusare lo stress o la fatica quando si tratta di musica, a meno che non si tratti di stress positivo, necessario per mettersi all’opera e dare il meglio di sé. Sono solitamente a mio agio quando suono e quando mi siedo alla scrivania a comporre o a lavorare ai miei brani al computer, o anche per lavorare su brani di altri, quando ad esempio faccio arrangiamenti o registrazioni di tastiere. Cerco di fare musica con passione, di esprimermi attraverso di essa allo scopo di creare qualcosa che possa rimanere nel tempo. Mi piace anche insegnare musica, anche se in questo caso il discorso è un po’ diverso, il mondo della scuola non è facile.



2) Puoi raccontarci qualcosa sul tuo nuovo lavoro discografico “Pianosphere vol.1”?

Pianosphere è una riproposizione in chiave moderna di celebri brani classici per pianoforte, riadattati e riarrangiati con suoni elettronici. Ho scelto brani molto pacati e malinconici, che generalmente avessero una separazione abbastanza netta in partitura tra melodia e armonia, e ho affidato le melodie ai synth e l’accompagnamento ai piani elettrici. Ho rispettato le partiture originali, cercando di ricercare nuove potenzialità timbriche e un’inedita espressività nei brani trattati, attraverso un sound moderno.






3) Quali sono i generi musicali che ami ascoltare (e chi in particolare artista/gruppo)?

Ascolto molta musica rock, band storiche come Pink Floyd, Deep Purple, Beatles, il rock progressive dei Genesis, King Crimson, PFM, e band più moderne come Radiohead, Porcupine Tree. Ogni tanto ascolto anche metal, ho suonato per tanti anni le tastiere in una band progressive metal (gli Stamina), ascolto ad esempio i Dream Theater, gli Stratovarius, i Rammstein. Amo le colonne sonore, in particolare Morricone, Zimmer, Vangelis, Shore, ma in generale tutta le bella musica da film. Poi cantautori come Gaber, Battiato, De André. Pianisti jazz come Keith Jarrett e Bill Evans, l’ambient di autori come Brian Eno o Max Richter. E ovviamente ascolto compositori classici, Chopin, Bach, Mozart, Bartok, Stravinskij.


Andrea ci svela...


4) C’è un episodio (o un incontro) nella tua carriera che è stato particolarmente significativo?

In questo momento non mi viene in mente un episodio significativo in particolare, ma considero significativi gli incontri con alcuni maestri di musica che ho avuto la fortuna di avere nel corso degli anni e che sono stati sicuramente importanti per la mia formazione. Tonino Borzelli, il mio primo insegnante di musica. Giuseppe Squitieri, il maestro di pianoforte con cui mi sono diplomato. Lucia Ronchetti e Raffaele Grimaldi, miei insegnanti durante gli studi di composizione. Rocco Petruzzi e Carlo Mezzanotte, insegnanti di musica moderna e tastiere.



5) Dove cerchi l’ispirazione per le tue composizioni?

L’ispirazione credo sia la vita stessa, con le sue gioie e i suoi dolori. Credo non sia qualcosa che vada cercata, ma qualcosa che viene da sé, dal proprio vissuto quotidiano, dai ricordi e dalle nostalgie del passato, e dalle speranze e dalla paura verso il futuro. Parte dell’ispirazione arriva anche dai musicisti, compositori, dalle band che ascolto, che ammiro, che ho studiato. La loro influenza è spesso sotterranea e latente, ma è sempre presente.


6) Quali sono gli strumenti che usi per l’esecuzione dei tuoi lavori?

Per Pianosphere in particolare ho impiegato il synth virtuale Omnisphere (che un po’ mi ha anche ispirato il titolo), i piani elettrici Keyscape, il software di registrazione Cubase e una tastiera Roland. Utilizzo però anche il software Logic.


7) Oltre alla musica quali sono le tue passioni?

Amo il cinema, adoro guardare film, un po’ di tutti i generi, in particolare fantasy, fantascienza, thriller e film d’autore. Anche da questa passione deriva ovviamente il mio amore per le colonne sonore. Poi mi piace leggere, un po’ gli stessi generi del cinema, e i grandi classici. Mi piace anche scrivere, qualche anno fa ho pubblicato Soundtrax, un saggio sulla musica contemporanea usata nel cinema, e sto scrivendo un altro libro sempre riguardo le colonne sonore. Mi diletto anche a scrivere poesie.



8) Cosa vedi nel tuo futuro musicale?

Spero di continuare sempre di più a creare, suonare e insegnare musica. Oltre al secondo volume di Pianosphere, che uscirà l’anno prossimo, ho vari progetti e collaborazioni in cantiere, quindi spero col tempo di riuscire a realizzarli tutti. Ad esempio un EP di cover di brani dal repertorio cantautoriale o rock, sempre riadattati con un sound elettronico. Poi un album di miei brani strumentali. Scrivo anche canzoni, qualche anno fa ho pubblicato Reborn, un disco di brani pop-rock cantati da vari cantanti, ho intenzione di registrarne altri appena possibile.



 

Bio artista


Nato nel 1983, si è diplomato al Conservatorio “G. Martucci” di Salerno in Composizione multimediale e in Pianoforte. Ha studiato composizione con Lucia Ronchetti, Mario Gagliani, Raffaele Grimaldi, pianoforte con Giuseppe Squitieri, Renato Costarella. Ha seguito masterclass di composizione con Ivan Fedele, Roberto Doati, Denis Dufour, Tristan Murail, Helmut Lachenmann. Da vent’anni è attivo come tastierista e arrangiatore in varie formazioni live e in studio. Nel 2021 ha pubblicato “Reborn”, il suo primo album solista, con Trees music studio. Laureato anche in Scienze della comunicazione, ha pubblicato il saggio “Soundtrax. La musica d’arte del ‘900 nel cinema d’autore“, per Auditorium Edizioni.



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