"Occupo poco spazio, ma spazio tanto". E poi "più appassionato di pittura che di poesia, più di danza che di canto" e "vivo in montagna, ma omaggio il mare". Gio Evan, uno dei 26 Big in gara al Festival di Sanremo con il brano Arnica, è una sequenza di contraddizioni, di chiaroscuri, di tutto e il contrario di tutto. Contrapposizioni che nel suo mondo di artista spirituale, tra riti sciamanici e citazioni del Vangelo, tra esperienze extrasensoriali e un rapporto molto fisico con la natura, una vita in viaggio dall'India al Sudamerica, trovano un senso e una direzione affatto scontata, "perché ho una moltitudine dentro". Come il nuovo album, il terzo, dal titolo "Mareducato" in uscita il 12 marzo (Polydor/Universal Music), un concept album pieno di citazioni a letteratura, cinema, pittura, religione. Seguito, il 16 marzo, dal suo nuovo libro di poesie "Ci siamo fatti mare" (Rizzoli). Prima poeta, poi musicista poeta. "E ci ho messo un po' a far andare d'accordo questi due mondi - racconta -. Dopo dieci libri e due dischi: solo ora hanno iniziato una relazione intima tra loro e non riesco più a distinguere dove inizia una canzone e dove finisce una poesia. Mi sono reso conto che se leggi dei versi in modo diverso diventano una melodia". Suo malgrado, Gio Evan ("che non è un nome d'arte, ma il nome con il quale sono stato ribattezzato e che fa riferimento a Giovanni Evangelista") ha avuto un'impennata di popolarità quando Elisa Isoardi comunicò sui social la fine della sua storia con Matteo Salvini, citando un suo componimento ("Non è quello che ci siamo dati a mancarmi, ma quello che avremmo dovuto darci ancora"). "Non posso dire che mi abbia proprio fatto piacere. Da antisocial, antisistema, antipolitico quale sono, sarebbe stato più bello se mi avesse citato Dario Fo. Ma sono bombardato da gente che si lascia o si mette insieme con le mie poesie. Ho anche celebrato un matrimonio, ed è stato molto bello".
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