Siamo tutti di passaggio. Tutti con uguale dignità e verità. Ognuno con il diritto di poter essere se stesso senza maschere di convenienza. Cosa si nasconde dietro ad un paio di scarpe? A delle mani? Quante scarpe, quante mani: quante vite ci circondano e delle quali ci facciamo un’idea, così, in base alla prima impressione. Ma cos’è che racconta qualcosa di noi veramente? Per molti anni ho vissuto al fianco di persone “rotte”: tossicodipendenti, minori, stranieri non accompagnati, disabili fisici e mentali, in doppia diagnosi psichiatrica, clochard, immigrati.. da loro ho imparato molto, della vita, ma soprattutto di me. Da loro ho imparato che il “povero” non ha paure, non ha remore, affronta con gioia ogni novità, ogni incontro. Anche i problemi o le situazioni più difficili diventano occasione di riscatto e curiosità. Avevo bisogno di dar voce a questo sentire che risuonava in me, in modo sempre più forte. Molte volte, la ricchezza, la società in cui viviamo, ci costringe a mettere delle maschere che non ci mostrano per come siamo davvero, ma per come dovremmo essere per poter controllare questa “vita” che ci pare sfugga di mano se non si rispettano certi canoni, se si è “diversi” o “scartati”, perché non rispondiamo agli standard necessari. “La disobbedienza” racconta di quanto sia importante dare peso a ciò che siamo e non a ciò che crediamo di rappresentare. In questo abbiamo molto da imparare dagli “ultimi”, dagli “scartati”: le persone considerate non importanti dal sistema e da quest’ultimo dimenticate, sanno insegnarci che il cammino di conoscenza di noi comporta la necessità di esplorare luoghi poco battuti, che scendono in profondità dentro di noi. A volte il percorso è duro e ci porta a dover fare i conti con aspetti difficili da accettare, perché ci mostrano fallibili, vulnerabili, vincibili. E proprio per questo che mentre scrivevo il testo della canzone e durante tutta la lavorazione del singolo, ho compreso sempre più chiaramente che forse, gli ultimi, possiamo anche essere noi, che potremmo essere noi gli scartati. E intendiamoci, la ricchezza, il così detto “benessere economico” non risparmia nessuno: riguarda l’uomo nel suo essere, non le cose. Quindi, perché giudicare gli altri attraverso un’etichetta che potrebbe essere la nostra? La disobbedienza farà parte del mio prossimo disco che sarà rilasciato a settembre: la lavorazione di questo nuovo progetto mi ha regalato un po’ di serenità. Mi sono lasciato trasportare dalla musica che mi indicava la via, seguendola senza timore. Sono nato nella provincia di Vicenza, nelle terre di nord-est, dove la pianura padana incontra le Piccole Dolomiti. Canto le radici della mia terra legata al lavoro, inteso non come bieco guadagno ma come attività reiterata nel tempo, onesta e faticosa caratterizzata dalle bellezze naturali, soprattutto quelle montane. Racconto le radici ma anche l’altro dando voce all’animo umano nel senso più profondo. La passione per la montagna, il lavoro con i più fragili e il talento per la musica: questo è il mio mondo.
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