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Caspio: è uscito il nuovo brano 'Bilico'

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Io sono caspio, tutto minuscolo. Vivo a Trieste e suono da sempre, da subito, chitarra, basso, batteria. Oggi faccio musica elettronica, con forti influenze anni ’90. Ho 35 anni e credo fermamente che la generazione che ha trascorso l’infanzia negli anni 90 abbia qualcosa di speciale, così a cavallo tra l’analogico e il digitale. Svantaggiata e sfortunata per certi punti di vista, ma proprio per questo così capace di reinventarsi. Nel 2019 ho pubblicato il mio primo EP, Giorni Vuoti, lo sfogo di anni di inibizione. Aver fatto pace con me stesso e aver ritrovato, un po’ anche grazie alla pandemia, tempo per la mia musica, hanno rappresentato il punto di partenza per discostarsi dall’atmosfera più dark di Giorni Vuoti e per lavorare un po’ di più di nostalgia e sensazioni, con una nuova consapevolezza e, a marzo 2021, è uscito il mio catartico singolo mai, un omaggio alla mia generazione, che ha dato il via ad un caspio più consapevole, più solido. Pochi giorni fa è uscito bilico. mai e bilico nascono da un caspio nuovo, cui voglio più bene, più sicuro di ciò che fa e di ciò che è. Il tema comune è quello del tempo. In mai il tempo è servito per maturare, per tirare le somme, per fare pace con se stessi. In bilico il tempo è quello che verrà, che servirà per rimediare. Se in mai mi ci

rivedo, in bilico non sono coinvolto, sono solo un osservatore esterno. bilico, infatti, racconta di una coppia che non riesce ad uscire da un gorgo di dinamiche che la stanno avvelenando perché un affetto malato e la paura della solitudine ritardano la scelta inevitabile di lasciarsi. Anch’io mi sono spesso trovato in bilico, quindi ricordo a chi mi ascolta che affrontare gli effetti delle proprie scelte e buttarsi nel vuoto, spesso può significare ritrovare noi stessi. bilico esce adesso perché il ritrovato senso di libertà può aiutare a darci lo slancio per cambiare la nostra esistenza. bilico ha una storia complicata: è il primo testo che ho scritto in italiano, tanto tempo fa. L’ho lasciata in disparte per riprenderla poi quando ormai raccontava cose che non erano più mie. Si intitolava Affondare, troppo noir. Almeno in bilico il finale non è così esplicito, non necessariamente finisce male. Io, caspio, non sono coinvolto nelle dinamiche di bilico, ma osservo e, per quanto possibile, dico la mia. Il brano è stato prodotto in collaborazione con Cristiano Norbedo il quale ne ha curato anche il mix. Il master è stato affidato a Riccardo Carioti del One Eyed Jack Studio mentre le programmazioni ritmiche a Giona Rossetto. Il videoclip di bilico è diretto dal regista Pietro Bettini, ormai fido collaboratore del progetto caspio, e si rifà al testo del brano. C’è un amore, ormai giunto irreparabilmente al termine, tra due protagonisti bloccati in un rapporto logoro dal quale però non riescono ad uscire. Contrapposte a quelle apatiche e tristi di un presente lacerato, vi sono le immagini dell’inizio, della complicità, della passione, della reciproca necessità. Ed è proprio il ricordo di queste sensazioni che ne aggrava l’assenza ed è ciò che, forse, non permette ai due protagonisti di liberarsi l’uno dell’altra. mai e bilico attingono sicuramente ai miei gusti musicali. Ascolto un po’ di tutto, anche cose che non c’entrano tra loro, generi diversi, artisti giganti e di nicchia. Ad influenzare la mia musica sicuramente c’è tutto il trip-hop alla Massive Attack, l’industrial dei Nine Inch Nails. Adoro i The National. Tifo fortemente per i trentenni che fino ad oggi si sono dedicati ad un fare musica un po’ diverso, indipendente nel vero senso della parola, che oggi si stanno prendendo delle notevoli rivincite giacché ultimamente, dopo anni nel sommerso, sono venuti prepotentemente a galla. Speriamo sia il mio turno.


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