Una pietra miliare per la musica e la letteratura: Bob Dylan lunedì 24 maggio compie 80 anni. "Forever Young", come nella canzone ninna-nanna scritta nel 1973 per il primogenito Jesse anche se la la voce, che David Bowie descrisse come "sabbia e colla", non è più quella di una volta e nell'ultimo album "Rough and Rowdy Ways" uscito in piena pandemia, l'imprevedibile astro della controcultura declama, più che cantare, i versi delle sue più recenti canzoni. L'artrite non gli permette di tenere in mano la chitarra, così da anni suona appoggiandosi al pianoforte elettrico. Enigmatico oggi come 60 anni fa, quando sbarcò a New York per suonare nei locali fumosi del Village, il 24 maggio Dylan spegnerà le candeline nella villa di Malibù, attivo come sempre. L'età non ferma il genio, così come il misterioso incidente di moto del 1966, o la pericardite che nel 1997 lo spedì in ospedale, ma si riprese in tempo per cantare davanti a papa Woityla al Congresso Eucaristico di Bologna, mentre la legacy, difficilmente inquadrabile, è enorme grazie a 125 milioni di dischi venduti, dieci Grammy e l'Oscar nel 2001 per "Things Have Changed" dal film "Wonder Boys". Ci hanno provato i giurati del Pulitzer, annunciando a sorpresa nel 2008 il premio per la poesia, poi nel 2016 i colleghi del Nobel paragonandolo a Omero, Ovidio e ai visionari del Romanticismo. "Non c'e' gigante piu' grande nella storia della musica americana", aveva detto il presidente Barack Obama consegnandogli nel 2012 la Medaglia della Liberta' dopo averlo invitato due anni prima a cantare alla Casa Bianca con Joan Baez, la musa dei suoi vent'anni, per un concerto "colonna sonora" delle marce per i diritti civili. Dylan però respinge etichette, in prima battuta quelle politiche, così come rifiuta "che la sua carriera venga imbalsamata", come scrive Paul Morley in "You Lose Yourself You Reappear", uno dei nuovi libri che celebrano la ricorrenza aggiungendosi a un catalogo di oltre 4.000 scritti su di lui, per non parlare dei documentari di cui due firmati da Martin Scorsese. L'ultimo anno, in cui mezzo mondo si e' chiuso in lockdown, Dylan ha composto il nuovo album e venduto per 300 milioni di dollari il suo catalogo musicale a Universal Music. Tra un anno poi l'apertura dell'archivio segreto affidato al miliardario del petrolio George Kaiser: il Bob Dylan Center sorgerà a Tulsa, Oklahoma, dove già, in un gemellaggio simbolico, sono custodite le carte del suo idolo Woody Guthrie. Intanto si preparano i festeggiamenti: Patti Smith, che nel 2016 ritirò a suo nome il Nobel per la letteratura - e si impappinò, commossa, mentre cantava "A hard's rain a-gonna fall" - celebrerà Dylan il 22 e 23 maggio a Tivoli nello stato di New York (nella contea di Dutchess). Festa anche a Duluth, dove Dylan è nato, e nella vicina Hibbing, dove la famiglia si trasferì dopo che il padre Abe Zimmerman, colpito dalla polio, aveva perso il lavoro e dove il Dylan liceale si nascondeva sotto i banchi durante le esercitazioni anti-atomiche. C'è poi la mostra in Florida delle sue creazioni artistiche, perché Dylan non è solo musica o poesia: una serie di paesaggi dipinti durante il lockdown verranno esposti in novembre al Frost Art Museum di Miami accanto ad altri quadri, disegni e sculture creati nell'arco di 60 anni. Carisma e mistero, realismo e mitologia: in sei decenni alla ribalta Dylan è stato un veggente senza età e la voce di una generazione. Elusivo come sempre, difficilmente il festeggiato marcherà la ricorrenza in pubblico. Ma Dylan ha abituato i fan ad aspettarsi l'inaspettato: come quando nel 1965 "suonò elettrico" a Newport o, più di recente, si è messo a produrre il whiskey "Heaven's Door". O quando ancora ha "affittato" canzoni iconiche per spot di Apple, Cadillac, Pepsi, Budweiser e la catena di intimo Victoria's Secrets. Quest'ultimo, girato nel 2004 a Piazza San Marco, con l'unica apparizione del cantante in una pubblicità sullo sfondo del Canal Grande.
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