Questo singolo anticipa l’omonimo album in uscita il 21 gennaio. Nove tracce con le produzioni di Dr. Wesh, Alessandro Gemelli, Cirielli e Reizon che spaziano dall'electro all’EDM, dal pop alla fidget house. Con questo lavoro il rapper romano classe ’94 vuole portare l’ascoltatore dentro al suo rave distopico. “Sono il Neo del rap italiano”. È con questo riferimento al cult movie Matrix che Akes ci presenta il suo nuovo videoclip “Revolution” che porta lo stesso titolo dell’imminente album in uscita il prossimo 21 gennaio su tutte le piattaforme digitali. Akes, nome d’arte del musicista romano Alessandro Balestrieri, nonostante la giovane età ha già pubblicato quattro album e dimostra di avere le idee molto chiare sulla sua scelta artistica e sulla visione della società contemporanea. Già a partire dal mio outfit -spiega Akes- ho voluto tagliare di netto con l’estetica del mondo Hip-Hop. Ho deciso di adottare un look alla Matrix per ricordare il mondo rivoluzionario e distopico che voglio rappresentare. In questo nuovo brano metto in evidenza nel testo come nella musica la mia idea di dire no all'omologazione e rompere gli schemi. “Revolution” parte da un’atmosfera intimista supportata dalla melodia di un pianoforte, per poi crescere in un grido di vendetta contraddistinto da una cassa dritta e sonorità dubstep. Questo singolo come un po’ tutto il disco, è un concentrato di sonorità estreme e sperimentali, con scenari da rave distopico che trasportano l’ascoltatore in un futuro i cui contorni sono chiarissimi nella mia visione. Un sound avveniristico fa da cornice a linee vocali effettuate, dove metto in evidenza i miei sentimenti di ribellione verso il sistema e verso gli stereotipi. Una rivoluzione che parte dall'anima per abbracciare una prospettiva futuristica della realtà che mi circonda. Nel videoclip realizzato dal regista Daniele Iannini. Le riprese sono state realizzate all'interno della fusoliera di un vecchio aereo abbandonato, che può ricordare un’astronave abbattuta proveniente dal futuro. Un simbolo concettuale che ho scelto per rimarcare l’emotività legata a questa ribellione concettuale. Nelle immagini si alterna il playback tra l’esterno e gli interni del velivolo che prendono le sembianze di un tunnel, uno stato -quello del tunnel- dal quale voglio simbolicamente uscire per risvegliare il mio io. Tutte le immagini sono poi inframezzate da interferenze visive e colori lisergici che rendono le scene fuori dallo spazio e dal tempo.
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